faggio ha scritto:
Belle le giornate di sabato e domenica ad Arco.
Eravamo in tanti e il tempo ci ha graziati il sabato.
Solo quando si è così decisi si parte da Vicenza con la pioggia e si riesce ad arrampicare con qualche sprazzo di sole.
Siamo andati poi al convegno a Tenno: purtroppo la traduzione degli interventi in tedesco ha penalizzato la serata dilatando i tempi, ma lo spessore delle relazioni ha provocato reazioni e un confronto acceso tra di noi...
Iacopelli, Rabanser, Gogna mi hanno colpito per la chiarezza espositiva, per la visione del mondo della montagna che sta evolvendosi ad una velocità tale che non favorisce la comprensione dei cambiamenti in atto.
Restando alle considerazioni comuni, è sotto gli occhi di tutti il calo di interesse per le vie storiche, la ricerca dell'estremo, lo sviluppo vertiginoso dell'alpinismo plaisir, la ricerca della sicurezza totale in un ambiente la cui mutevolezza abbisogna invece un alto grado di plasticità mentale per adattarsi al momento, alla situazione.
Per restare a Iacopelli che è stato di una chiarezza estrema e di una precisione encomiabile, una via in montagna è paragonabile ad un'opera d'arte, è un'espressione di chi ha avuto il desiderio di cercare un tracciato, è una realtà che va inquadrata nel contesto storico in cui l'apritore ha operato.
Tutti hanno concordato che i tempi attuali dimostrano un approcciarsi alla montagna legato al nostro sentire: Gogna ha fatto un piccolo trattato su cosa ha voluto dire la crescita a dismisura del concetto di sicurezza nel corso degli ultimi anni.
Grill ha cercato di sviscerare alcuni aspetti filosofici della questione sul perchè si aprono vie in montagna.
Probabilmente hanno capito molto di più i tedeschi di questi ostici argomenti in quanto la sua padronanza dell'italiano non è certo tale da facilitare la comprensione di questi temi.
Le sue vie iperripetute in val di Sarca a dispetto delle sue solitarie giovanili dimostrano quanto il mondo dell'arrampicare sia mutato nel tempo.
Per ragioni gastriche (avevano una fame bestia e il buffet a base di grissini biologici, paninetti con insalata e cetrioli e dolcetti senza zucchero non ha certo placato la fame) alle 21.30 siamo andati a mangiare una pizza, perdendoci il contributo di Furlani che molti avevano sentito di recente al Canneti.
La domenica invece la pioggia ci ha accompagnati già dalla prima mattinata: abbiamo fatto una visita al Castello di Rovereto, siamo andati al Balasso a sfamarci e a guardare le condizioni del Pasubio.
Già sono nate idee per il week end arrampicatorio dell'anno prossimo!!!
Qui qualche foto grazie a Mario.
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